Chiusa di Castiglione sul Savio a Ravenna
Contesti ambientali
Luogo: Ravenna
Periodo: 2003
Abstract:
Le anomalie climatiche di quest’ultimo decennio anno sconvolto i normali cicli di gestione dei bacini idrici: alla necessità di conservare quanta più acqua possibile nelle lunghe stagioni secche seguono, con relativa rapidità, intensi periodi piovosi durante i quali deve essere garantito lo smaltimento rapido dell’acqua raccolta dai vari sistemi di drenaggio in un territorio in cui il terreno ha perso al capacità di assorbire con rapidità l’acqua che vi si riversa.
In questo panorama diventa indispensabile mettere in campo, da parte dei gestori del sistema idrico, tutte le conoscenze disponibili per tutelare il territorio e i suoi abitanti da ogni possibile evenienza.
Una prima fase strettamente necessaria è l’aggiornamento dei dati metrici disponibili mediante l’acquisizione di informazioni dimensionali utili a rinnovare ed accrescere il vasto repertorio cartografico su cui si basano la maggior parte degli studi idrografici.
Per questa ragione l’Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli ha organizzato, nell’estate del 2003, una campagna di rilievi con l’utilizzo del laser scanner. Solitamente, in tale periodo, il livello dell’acqua è il più basso dell’anno.
Prima di iniziare le operazioni sul luogo è stata attentamente progettata la campagna di rilievo prevedendo in primis le zone di stazionamento più idonee a garantire l’accessibilità con la strumentazione, sempre tenendo conto dei campi d’azione della stessa. E’ stata valutata la necessità di integrare il rilievo laser con un appoggio topografico per mezzo di una stazione totale in grado non solo di snellire le operazioni di scansione, ma anche di fornire una georeferenziazione al rilevato e per l’integrazione con gli altri dati cedenti rilievi, batimetrie, ecc... Gli scopi del rilievo sono stati diversi e, in ogni caso, è stato possibile evidenziare le potenzialità della banca dati tridimensionale.
In primo luogo si richiedeva di fornire un modello geometrico di una porzione dell’asta fluviale da integrare con i rilievi batimetrici ed essere utilizzato per una simulazione computerizzata in cui si sarebbero testate le condizioni di criticità idraulica. La seconda istanza era il rilievo di precisione di un manufatto posto a sbarramento del fiume, tutelato dalla Soprintendenza, al fine di realizzare le opportune fasi conoscitive ed eseguire le adeguate opere di manutenzione e di restauro.
È stato possibile adempiere le richieste eseguendo delle scansioni generali su tutta l’area da rilevare (griglia media di 6-7 cm) e delle scansioni di dettaglio sul manufatto architettonico (griglia media di 1 cm). Per il trasporto del materiale e del personale si è operato con due mezzi di trasporto: un furgone e un autoveicolo. Nel furgone sono stati caricati:
- laser scanner
- batteria
- treppiede
- gruppo elettrogeno
- teodolite
- 5 treppiedi per teodolite
- cavi di prolunga (circa 80 m)
- tanica carburante
- target autoadesivi
- attrezzatura fotografica
- due notebook PC
- 4 ricetrasmittenti
Il rilievo è stato condotto da due squadre: la prima addetta al laser scanner e la seconda all’appoggio topografico. La collaborazione tra questi due team ha richiesto un ottimo grado d’affiatamento necessario a coordinare gli spostamenti dei supporti mobili dei target, l’acquisizione dei punti esterni e le fasi di scansione.
La fase operativa è durata tre giorni nel periodo caldo di fine luglio. Le condizioni ambientali si sono rivelate critiche più per gli operatori che per l’attrezzatura; la temperatura, spesso superiore ai 40°C, non ha infatti causato crash del sistema o problemi all’hardware.
Le maggiori difficoltà sono state riscontrate nella disposizione sul terreno dei target messi sui treppiedi. L’impossibilità di attraversare il corso d’acqua (il ponte sulla chiusa era interrotto) ha costretto gli operatori a smobilitare i supporti e transitarli sull’altra sponda utilizzando un veicolo, compiendo dunque un tragitto lungo e disagevole. Inoltre la larghezza del fiume imponeva di disporre i treppiedi o molto vicini (con il rischio dell’effetto cerniera) o troppo lontani per il riconoscimento automatico da parte dello scanner.
E’ stato rispettato il numero previsto di 8 stazioni e le scansioni effettuate sono state 75, raccogliendo in totale più di 41 milioni di punti.
Le elaborazioni dei dati raccolti sono partite da una sommaria pulizia dei punti superflui (cespugli, alberi, abitazioni) per alleggerire il modello di lavoro. Nella seconda fase è stato disegnato il percorso per generare le sezioni perpendicolari all’asse fluviale utilizzando una nuova tool del software Cyclone che consente di esportare in CAD, con un processo automatizzato, ogni singola sezione creata ad intervalli assegnati. Cyclone crea un database delle sezioni generate lungo il percorso; da questa interfaccia l’utente può selezionare una singola sezione e visualizzarla a monitor. Il processo di creazione di tali sezioni si basa sull’utilizzo di una fascia di punti sui quali è applicata una “thin mesh” (sistema che stende un unico “lenzuolo” di triangoli fra tutti i punti visualizzati, senza lasciare buchi, procedendo secondo un unico asse, nel caso in esame l’asse Z); sull’ asse medio della “thin mesh” viene creata una singola polilinea.
Crediti:
Responsabili della ricerca:
Marcello Balzani (Direttore del Nub Lab del Dipartimento di Architettura)
Responsabili di unità di rilievo 3D: Nicola Zaltron;
Collaborazione al rilievo 3D: Michele Gatta, Marco Berti;
Rilievo topografico: Guido Galvani;
Supporto logistico: Riccardo Ferrari, Mycol Baraldi, Bassi Matia, Bartolini Andrea, Stefano Settimo
Enti coinvolti:
Convenzione tra il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara e l’Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli della Regione Emilia-Romagna.
Responsabile per l’Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli: Dott. Oscar Zani.