Relitto di una barca quattrocentesca a porta Paola a Ferrara
Patrimonio archeologico
Luogo: Ferrara
Periodo: 2008
Abstract:
Realizzare un rilievo in poco tempo, in contesti ambientalmente complessi come lo spazio urbano delle città o nei cantieri stradali, quando non è possibile restaurare e musealizzare i reperti, risulta spesso difficile e problematico. Nel caso del relitto ritrovato presso Porta Paola, per valutare l'affidabilità applicativa di nuove tecnologie di rilievo digitale, si è scelto di integrare la tradizionale azione di rilievo diretto con il rilievo laser scanner, anche per verificare il grado di interrogazione del database 3D che si poteva realizzare e mettere a disposizione degli archeologici e degli specialisti. II laser scanner, una tecnologia a tempo di volo della serie Leica HDS 2500, è stato applicato inizialmente nella acquisizione metrica del contesto ambientale, allo scopo di permettere in futuro una rapida e precisa individuazione del reperto. II processo di rilievo poi è stato concentrato al sito (uno scavo largo quattro metri circa e profondo tre, attraversato a quota -1 m dalla rete impiantistica comunale); potendo definire il grado di raffinamento dei punti da rilevare, è stata individuata una maglia di punti 0,5 x 0,5 cm. La scelta di una tale accuratezza (mezzo centimetro è il limite di precisione dello strumento) è stata giustificata dal fatto che al momento della scansione non erano ancora definite tutte le esigenze di lettura e di analisi e, nell'impossibilità di una futura integrazione di dati, si è scelto di rilevare la maggior parte di informazioni possibile. È interessante mettere in evidenza come la variabile temporale incida relativamente nella scelta dell'opzione: le tecnologie di rilievo 3D operano a velocità di acquisizione di alcune migliaia di punti al secondo e raggiungono ad oggi (con la serie degli interferometri) anche il mezzo milione di punti al secondo, permettendo di ridurre a pochi minuti l'azione di misurazione in corrette condizioni di sicurezza e con alte precisioni metriche.
A questo proposito la sperimentazione è stata quindi particolarmente significativa per verificare le diverse potenzialità di lettura del database 3D. Infatti, nonostante l'interramento dello scavo avvenuto dopo alcuni giorni, è stato possibile realizzate alcune analisi basandosi esclusiva- mente sul modello morfometrico tri- dimensionale. Dalla nuvola di punti 3D rilevata è stato ricavato un rilievo metrico del relitto, delle parti costituenti e dello scavo (supportato da un appoggio topografico per definire la giacitura di profondità dal piano di campagna e dal livello del mare) attraverso interrogazioni dirette sul database, finalizzate ad estrarre
La Soprintendenza aveva contemporaneamente eseguito rilievi archeologici diretti. Successivamente la ricerca ha riguardato la digitalizzazione dei rilievi cartacei tradizionali e il confronto con i rilievi morfometrici ottenuti con laser scanner.
Dal modello tridimensionale sono state ricavate sezioni longitudinali e trasversali e in ambiente CAD queste ultime sono state confrontate con le sezioni del rilievo diretto. È stato individuato come elemento utile per la sovrapposizione dei rilievi il foro dell'alloggiamento dell'albero. Il confronto ha mostrato una buona corrispondenza: le maggiori differenze sono emerse dove la struttura dello scafo è stata deformata dalla pressione del terreno che lo ricopriva. La restituzione grafica del rilievo tradizionale è finalizzata a valorizzare la lettura dello scafo nella sua interezza, seguendo la logica della struttura originaria dell'imbarcazione e mettendo in risalto soprattutto le mancanze ma non le deformazioni. II rilievo laser scanner invece ha descritto lo stato del ritrovamento con elevata precisione, dando valore anche alle deformazioni reali, che tutta- via non consentono spesso un'immediata lettura della forma del relitto in rapporto alla forma dello scafo originale.
Successivamente al modello digitale triangolato dell'imbarcazione è stata applicata una texture ricavata dall'elaborazione delle immagini della campagna fotografica. Il modello triangolato è stato inoltre esportato in un software di modellazione 3D e attraverso un'operazione di estrusione è stato possibile dare forma solida alle superfici, permettendo la prototipazione in scala 1:10. La possibilità di ottenere una ricostruzione virtuale texturizzata dell'imbarcazione e dello scavo unita alla presenza di un modello solido permette anche ad esperti non presenti al momento dello scavo un'analisi e una fruizione non solo quantitativa ma anche qualitativa dei reperti senza che si rendano necessarie eccessive conoscenze informatiche per la lettura dei dati. Inoltre la banca dati morfometrica 3D rimane, come memoria digitale, un importante dato di conoscenza per interrogazioni e confronti futuri.
Crediti:
Responsabili della ricerca:
Marcello Balzani (Università degli Studi di Ferrara, Direttore del Centro DIAPReM)
Enti coinvolti:
Tabelle: Vanna Politi (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romana)
Restauro dei materiali: Valentina Guerzoni, Flavia Guidetti, Cristina Rizzo (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna)
Foto di scavo: Maurizio Molinari
Foto dei materiali: Claudio Cocchi, Roberto Macri (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romana)
Si ringrazia il Gruppo Archeologico Ferrarese per la collaborazione





